giovedì 17 novembre 2011

Alfredo Alimento

(Articolo del 16 ottobre 2009)

Alfredo Alimento, scultore maceratese con il quale dal 2003 si erano intessuti rapporti di una profondità particolare, ci ha lasciato improvvisamente. La sua partenza da questa terra ha reso
ancor più prezioso il dialogo intrapreso e ha sigillato un impegno a portare avanti ciò che ultimamente ci stimolava a fare. In attesa di incontrarci per condividere ampiamente la conoscenza delle linee direttrici sulle quali Alfredo ci spronava a percorrere, vi diciamo qualcosa di lui.

ALFREDO ALIMENTO

“In lutto il mondo dell’arte. Lo scultore maceratese Alfredo Alimento è morto a pochi passi dalla
sua abitazione. Aveva 74 anni. Lascia la moglie e due figli, uno a Milano e l’altro a Brescia, due
città che lo avevano accolto come uno dei più importanti protagonisti della scultura contemporanea.
Dopo gli studi all’Istituto d’arte, intraprende dalla seconda metà degli anni Cinquanta un’intensa
attività artistica. Oltre 150 le esposizioni in Italia e all’esterno, numerosi i premi e i riconoscimenti.
Nel 1980 con l’amico Alfonso Cacchiarelli elabora la poetica “Diacronognosia – Possedere il tempo”.
Nel 1991 la sua Macerata gli dedica una grande antologica nella chiesa di San Paolo. Negli ultimi
anni si specializza in sculture monumentali, una delle quali dal titolo “Vessazione” installata nel
2004 nell’hinterland di Parigi. La scultura realizzata in trafilati di acciaio inox, ferro trattato e
fusioni in bronzo, è alta oltre otto metri.
La sua indagine plastica si cala in una poetica esaltante di miti, leggende e verità esistenziali.
Sculture come totem, come icone di una cultura che oltrepassa il tempo e vive nell’eterno. Gli
stessi materiali ferrosi e anodizzati come gli innesti polimaterici da lui usati si vestono di
suggestioni stupefacenti e segrete armonie.
Aveva molti progetti in cantiere. Di recente aveva ultimato due grandi sculture, una sorta di
angeli, ultime creature di un viaggio creativo portato avanti con invenzione e candore, due qualità
che hanno plasmato la sua vita di uomo e di artista.

(A.Valentini) su “Il Resto del Carlino – Sabato 17 ottobre 2009).

Queste parole pubblicate dall’amico Alvaro Valentini, critico d’arte, ma soprattutto amico di Alfredo Alimento, comunicano - con poche ma incisive parole - la vita di Alfredo.
Al funerale abbiamo offerto, a nome di tutti gli amici artisti che si riconoscono in Clarté, questa
testimonianza.
“Parliamo a nome di tanti artisti con i quali si sta intessendo, da qualche anno, un dialogo vivo,
nello scambio di ciò che sperimentiamo nel più profondo di noi stessi, nel fare arte. Un dialogo che
porta alla comunione e alla fraternità vissuta tra artisti, che stimola e sostiene, nella ricerca di
un’arte pura, da offrire all’uomo di oggi. Alfredo ha partecipato attivamente di questo gruppo di
artisti, che è conosciuto col nome di Clarté. Per questo, oggi, vogliamo rendergli omaggio.
Abbiamo incontrato Alfredo nel 2003 e da allora abbiamo sempre camminato insieme.
La comunione vissuta con lui ci ha fatto scoprire nelle sue opere il messaggio profondo che la sua
arte offre a tutti: l’unità tra il passato e il presente: nella fusione armonica dei materiali usati per le sue sculture (il ferro e l’acciaio fusi insieme, per esempio) sottolinea il passato come realtà inscindibile che spiega l’oggi; i suoi angeli cavalieri (guerrieri): “angeli” con tutta la bellezza che evoca questo nome e “guerrieri” con tutta la forza per lottare e vincere il male. In sintesi la Bellezza che con la sua propria forza “disarmante” vince e si dona a tutti; colore che diventa calore: nel cuore delle sue sculture è sempre racchiuso un nucleo colorato, che riscalda il freddo dei materiali utilizzati; luce che rompe il buio, anzi che si sprigiona da esso e vuole offrire il proprio contributo per illuminare la “notte collettiva” che l’umanità attraversa.
Le sue ultime opere sono inondate di luce. Colore, calore e luce dicono anche l’esperienza vissuta in questi anni da Alfredo con tanti altri amici artisti. L’autenticità di questo vissuto portava Alfredo a spronarci continuamente nel donare a tanti, soprattutto ai giovani talenti i valori custoditi nell’esperienza artistica che abbiamo imparato a condividere.
Nel novembre 2007, dopo aver visitato a Milano, alla Besana, la galleria d’arte che raccoglie le
opere degli artisti internazionali più in auge, pensava: “non c’è più speranza, è la fine di tutto”.
Ma quando ci siamo incontrati ha subito aggiunto ”Occorre fare qualcosa, occorre dare un segnale
positivo, occorre trasmettere ai giovani la vera realtà artistica. Noi abbiamo fatto la nostra
esperienza, abbiamo un bagaglio di valori che vanno trasmessi”.
Per questo stavamo lavorando insieme ad un concorso per le arti figurative rivolto ai giovani artisti italiani. Ma Alfredo ha guardato più avanti. Puntava in alto.
Diceva infatti: “Unirci nell’arte, è anche qualcosa di sociale, perché la società in questo momento
ha bisogno dell’arte. Che cosa vogliamo dare a questo mondo? Quale messaggio vogliamo dare?
Lo possiamo dare con tutte le arti, con la musica, la poesia, la pittura, la fotografia … tutte, tutte le arti. Sì, facciamo delle linee, scolpiamo delle forme, però non è solamente per l’estetica. Noi, ci
dobbiamo mettere d’accordo: come qualificare queste arti? Su quale germoglio? Un germoglio, che possa venire dalla nostra vita, come un pensiero nuovo… Una forma d’arte nuova. Noi pure
dobbiamo dare qualche cosa, fare capire che viene fuori qualche cosa di umano, di universale, di
fraternità universale…. E’ l’armonia della vita. La pace.”
E nel maggio 2009, dopo un Convegno di tre giorni a Bellaria, in Romagna, durante il quale
approfondisce la spiritualità di Chiara Lubich, si fa forte in lui la convinzione che in essa, in questa
spiritualità, c’è “quel germoglio nuovo” che può dar vita ad una nuova corrente artistica,
influenzando tutte le discipline, tutte le espressioni delle arti.
Alfredo ha dato, subito, la sua piena disponibilità per portare avanti e far conoscere a tanti questo
“nuovo germoglio”. Elaborare un manifesto da far conoscere a tanti, presentarci al mondo con
opere che siano l’espressione viva di questo manifesto, di questa nuova corrente artistica.
Partendo da Bellaria ci ha detto: “Ricordatevi che questa è una cosa grossa, una cosa molto
grande: chissà dove ci porterà…”.
Un’ amica, artista, ha confermato: “Alfredo è l'anima che il Padre ci ha messo accanto, per portare a tutti questa straordinaria novità e noi dobbiamo raccogliere come eredità la sua proposta, il suo suggerimento, il suo pensiero e comunicarlo.”
Un amico, col quale Alfredo aveva intessuto un profondo rapporto artistico, ha scritto di lui su
“Segnali”: “Occorre aver vissuto, occorre aver sperimentato certe esperienze per tradurle in segni, in volumi, in manifestazioni di fiducia e di speranza. Ecco perché Alfredo Alimento sa scaldare e infuocare il più freddo metallo per accostarlo, allinearlo, allungarlo, torcerlo... "Segno", simbolo che solo quando si passa attraverso il fuoco si può entrare in dialogo con chiunque.
E Alfredo Alimento è stato realmente capace di accoglienza e di dialogo. Artista completo. Capace
di "vivere l'altro", di dare attenzione, fiducia. Capace cioè, in sintesi, di dare amore. Sa essere
"dono" per ciascuno di noi.
Grazie Alfredo. Contiamo su di te, ora, che vedi le cose dall’alto. Siamo certi che sarai sempre con
noi e ci aiuterai a realizzare il tuo/nostro progetto.

I tuoi amici di Clarté – Artisti in Dialogo - Emilia Romagna e Marche


Articolo del giorno 21/10/2009 – Corriere Adriatico

Ti volevano tutti bene. Macerata. Una folla commossa e discreta ha salutato ieri per l’ultima volta l’artista Alfredo Alimento, tragicamente scomparso venerdi notte, investito da un’auto in via Spalato, nei pressi della sua abitazione.
La chiesa di San Francesco ha seguito silenziosa la cerimonia funebre, fino alla fine, fino a quando i messaggi letti dai suoi più cari amici e dai suoi compagni di viaggio li ha portati verso un commosso applauso liberatorio. “Non avrei mai voluto scrivere questa testimonianza”, dice con la voce rotta dalla commozione al termine del suo messaggio il critico d’arte Alvaro Valentini. “Avrei voluto recensire una tua nuova opera, o una nuova mostra dedicata alle tue creazioni”, invece gli tocca rivolgere un ultimo “ciao” all’amico artista, come al termine di uno dei loro incontri settimanali nei quali discutevano di arte e di esistenzialismo. Invece è l’ultimo saluto, “perché il filo si è spezzato, lasciando tutti nel dolore e nello sconforto”.
Valentini ricorda l’uomo, “legato in maniera inscindibile agli affetti della famiglia”, l’artista “che
affrontava con piglio e decisione ogni esperienza creativa” e il docente “puntuale” omaggiato in
questi giorni da moltissimi ex alunni. In ogni ruolo “sapevi farti voler bene”, gli dice rivolgendosi
ancora all’amico come una presenza ancora viva.
Forse perchè viva e vitale era la sua fervente attività, il suo “dobbiamo fare qualcosa insieme”
ripetuto al collega Silvio Craia, decano degli artisti maceratesi, che oggi dice, “non abbiamo avuto
tempo di farlo, lo faremo insieme lassù”.
Viveva quasi come un’ossessione l’arte vissuta insieme agli altri artisti, colleghi e soprattutto amici.
Perché per Alimento l’arte si fondeva in modo inscindibile con la vita, con la società, che più lo
gettava nello sconforto, e più gli dava la forza di creare, e di creare insieme agli altri. “Mettendo
insieme tutte le arti, la musica, la poesia, la pittura, la fotografia”, come ricordano i suoi compagni
di viaggio Ermes Rigon e Gabriella Stevani, coordinatori per le Marche e l’Emilia Romagna del
movimento “Clarté, Artisti in dialogo”. Li aveva incontrati nel 2003 e insieme a loro aveva
intessuto un dialogo nel quale aveva portato il messaggio profondo della sua arte, “l’unità tra il
passato e il presente nella fusione tra i diversi materiali, la bellezza e la purezza dei suoi angeli
guerrieri, il colore che diventa calore e la luce che spezza il buio e che illumina la notte collettiva
dell’umanità”. Poi li aveva portati più in là, con la sua ambizione che nasceva dalla necessità di dare un segnale forte e una testimonianza viva alle giovani generazioni di artisti. Questa infatti era diventata la sua missione ultima, lasciare il testimone ai più giovani.
"Forse lassù avevano bisogno di un angelo con una grande anima” dice in conclusione del suo
omaggio Alvaro Valentini, che ricorda i moltissimi angeli guerrieri creati con i materiali freddi da
Alimento. Quegli angeli da cui si sprigionava una grande luce, quella della sua grande anima di
artista e uomo.
Ora il suo testimone passa ai suoi amici di Clarté, che proseguiranno nel solco tracciato
insieme.”